La giornata è iniziata con la sveglia alle 5 del mattino, pronti a fare una veloce colazione presso l’ostello di Gambassi Terme. Il nostro obiettivo era raggiungere San Gimignano, una meta che avevamo atteso con grande entusiasmo perché una delle mete più belle.
Ci siamo incamminati verso San Gimignano, ammirando la bellezza delle colline toscane che ci circondavano. Durante il percorso, Cecilia ha avuto un incontro non proprio piacevole: una zecca si è attaccata al suo braccio. Fortunatamente, proprio in quel momento, un pellegrino Francese di nome Elia è passato di lì. Elia, in viaggio per la Via Francigena, aveva un kit per le zecche e ci ha prontamente aiutati a rimuoverla. È stato un incontro fortuito… o forse no?!
Ci siamo ricordati che avevamo già incrociato Elia nella nostra tappa a Lucca. Era arrivato in ostello in un momento in cui nessuno poteva accoglierlo per entrare ed era rimasto fuori al caldo. Vedendolo, io e Cecilia, non abbiamo esitato a farlo entrare al fresco per fare una doccia, anche prima dell’arrivo del personale. Era un semplice gesto di ospitalità totalmente disinteressata. E proprio quando avevamo bisogno di aiuto con la zecca, Elia si è trovato perfettamente sul nostro cammino. È incredibile come il destino possa intrecciare le nostre storie lungo la Via Francigena. Questo evento ci ha fatto riflettere sulla provvidenza lungo il cammino. Accadono cose che sembrano coincidenze ma che forse non lo sono. Era un chiaro esempio di come il cammino ci mettesse di fronte a persone e situazioni che avevano un significato più profondo di quanto potessimo immaginare. Questa esperienza, come altre, ci ha insegnato che il cammino non è solo una serie di passi fisici lungo una strada, ma un’occasione per aprire il cuore e lasciare spazio a nuove connessioni e doni inaspettati. Ogni incontro lungo il percorso può essere un tassello di un disegno più ampio, un’opportunità di crescita personale e di condivisione reciproca.
Come potete vedere dalla foto sotto, abbiamo affrontato diverse salite faticosissime lungo il percorso.

Le gambe bruciavano, ma l’energia e la determinazione ci spingevano sempre più avanti. Soprattutto quando siamo passati tra i bellissimi vigneti del Chianti.


E quando, finalmente, abbiamo raggiunto un punto panoramico, siamo stati accolti da uno splendido scorcio delle famose torri di San Gimignano. Le loro sagome si ergevano imponenti, testimoni silenziose di una storia antica e affascinante.


E parlando di torri, lasciate che vi raccontiamo una curiosità su San Gimignano. Durante il Medioevo, le famiglie più potenti del luogo costruivano torri per mostrare la propria ricchezza e prestigio. Tuttavia, ogni notte le torri venivano abbattute su ordine del governo, in modo da evitare conflitti e prevenire lotte per il potere. Oppure le famiglie rivali, di nascosto, abbassavano la torre dell’avversario. Oggi, rimangono ancora in piedi quattordici delle originarie settantadue torri di San Gimignano, creando un’atmosfera unica nel suo genere.
Mancava l’ultima salita faticosa. Eravamo assetati e stanchi e siamo passati casualmente davanti ad un alimentari prima di entrare dalle porte principali della città. Dopo aver attraversato le meravigliose colline del chianti, ci siamo lasciati tentare! Ecco il risultato: pecorino al tartufo, focaccia con mortadella e mozzarella e una bella bottiglietta di chianti!


Arrivati finalmente a San Gimignano, eravamo stanchi ma entusiasti di esplorare questa affascinante città medievale. Abbiamo iniziato il nostro giro scattando numerose foto, catturando ogni dettaglio delle stradine lastricate, degli edifici storici e delle famose torri. Eccone alcune:









Dopo un giro per le vie di San Gimignano siamo andati in ostello. Prima di cenare, siamo stati coinvolti in una cerimonia particolare, organizzata dall’associazione che gestisce l’ostello. Si trattava del lavaggio dei piedi, un gesto simbolico che rappresenta l’accoglienza e la solidarietà tra i pellegrini. Quindi, ci siamo seduti tutti in semicerchio e i volontari gestori dell’ostello, coperti da un coprispalle con la conchiglia di Compostela e accompagnati dalla lettura di una formula sacra, hanno bagnato ed asciugato i piedi dei pellegrini. Questo rituale sottolineava l’importanza della condivisione e dell’attenzione verso gli altri lungo il cammino.
In ostello abbiamo incontrato diverse persone interessanti. Soprattutto Josefien, una ragazza olandese che stava percorrendo la Via Francigena da moltissimi giorni. Ci siamo subito avvicinati, attratti dalla sua allegria e dal suo spirito di avventura.

Josefien ci ha raccontato delle sue incredibili esperienze, inclusa la sua traversata della Nuova Zelanda da nord a sud, coprendo una distanza di circa 3000 km. Era affascinante sentire le sue storie e condividere le nostre esperienze di viaggio lungo il cammino.
Dopo una cena gustosa e tante chiacchiere divertenti con Josefien e gli altri pellegrini dell’ostello, siamo finalmente andati a letto, esausti ma felici. Le nostre avventure lungo la Via Francigena continuavano a regalarci momenti indimenticabili, nuove amicizie e riflessioni sulla bellezza e la generosità del cammino.
Il giorno successivo ci aspettava una nuova tappa, eppure sentivamo che ogni passo che facevamo, ogni incontro che facevamo lungo la Via Francigena, stava trasformando il nostro viaggio in qualcosa di più profondo e significativo. Non vedevamo l’ora di scoprire quali altre sorprese ci riservava il cammino e quali nuove connessioni umane avremmo incontrato lungo il nostro percorso.

Lascia un commento