L’ultimo giorno in Cambogia è stato ricco di emozioni e scoperte sorprendenti. Iniziamo la nostra giornata a bordo di una piccola barca, diretti verso il villaggio dei pescatori sul Grande Lago. Questo luogo è incredibile, case galleggianti, scuole, negozi di vestiti e persino un negozio di bombole a gas, tutto costruito su piattaforme mobili che seguono il ritmo delle piene del lago. I pescatori vivono in mezzo al lago, solo d’inverno spostano le loro case galleggianti verso il fiume.
Molti abitanti del villaggio utilizzano pannelli solari o batterie per avere elettricità e comprano l’acqua potabile per bere. Tuttavia, per lavare indumenti, stoviglie e persino per lavarsi i denti, usano l’acqua del fiume, che non si presenta proprio limpida! Infatti quando abbiamo chiesto dove andassero in bagno i pescatori, Roby ci ha risposto: “Bhe, nel lago ovviamente!”.
Durante la nostra visita, il ragazzo che guidava la barchetta ha dovuto fermarsi tre volte per pulire la plastica e la spazzatura che si incastravano nell’elica. Le foto del villaggio dei pescatori mostrano la resilienza e l’adattabilità di questa comunità, ma anche le difficoltà quotidiane che affrontano.














Dopo il giro al villaggio, Roby ci ha portato nel suo quartiere natale, regalandoci un’esperienza unica da veri local. La prima tappa è stata il suo allevamento di oltre 300 coccodrilli. Vederli così da vicino è stato terrificante, ma anche affascinante. Roby ci ha spiegato che li alleva per venderli sia come carne da mangiare ma anche per l’industria della moda. Sono animali davvero terrificanti, li abbiamo trovati immobili a bocca aperta ad attendere il loro pasto. Per fortuna non eravamo noi! Ho avuto l’opportunità di tenere in mano un cucciolo di coccodrillo: fortunatamente non sanno ancora mordere!





Successivamente, ne abbiamo approfittato per visitare il mercato del quartiere. Qui, le ragazze cambogiane, armate di mannaie, pulivano pollo e pesce in condizioni igieniche discutibili. Le foto catturano la loro destrezza e l’ambiente caotico del mercato.














Se hai uno stomaco delicato non continuare a leggere questo aneddoto. Una delle scene più disgustose è stata quella di una donna che squamava pesci vivi, tagliando loro testa e interiora. Sono passato vicino ad una bancarella dove venivano vendute interiora di pesce appena pescato. Mentre facevo qualche foto ho esclamato: “Ma guarda, fanno l’insalata di interiora con i pomodori!”. Solo dopo mi sono accorto che Cecilia si era allontanata dalla bancarella, così come gli altri due ragazzi che erano con noi. Roby mi guarda quasi sorridendo e mi spiega che in realtà non erano pomodori, ma uova prese dalle interiora dei pesci! Ok… Disgustoso… Però vi lascio la foto, sembrano pomodori!

Dopo il mercato, ci siamo recati dal Monaco Buddista del quartiere, portando con noi cibo, acqua e beni di prima necessità. In cambio, ci ha benedetto e ci ha donato un tipico braccialetto intrecciato rosso e giallo, simbolo di buona fortuna e protezione. Il tempio era pieno di gatti e cani ma tutti molto tranquilli e pacifici, erano tutti radunati lì perché il monaco, con il cibo che gli viene donato sfama prima i bambini e poi se avanza qualcosa la dona ai randagi.

Riflettendo su questa giornata, abbiamo imparato tanto sulla vita quotidiana in Cambogia, tra meraviglie e difficoltà. Le immagini catturate raccontano storie di resilienza, tradizione e adattamento. Concludiamo la nostra avventura con un bagaglio di esperienze uniche e una comprensione più profonda di questo affascinante paese. La Cambogia é piena di contraddizioni, é un paese povero ma ricco, prosperoso ma arretrato, difficile ma stupendo!
Ora è arrivato il momento di tornare in Thailandia a goderci un po’ di mare incontaminato. Lasciamo la Cambogia con la solita sensazione che anche questo paese ormai é stato per un po’ anche casa nostra.


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